
E tutto, appunto, è fermo a quanto già, bene o male, si sapeva. L’esame delle carte da parte dei diversi dipartimenti capitolini, riuniti in un apposito gruppo di lavoro interassessorile dall’epoca di Caudo e Marino, è terminato. E anche da un bel po’. Talmente da tanto tempo che alla fine, i funzionari, hanno iniziato anche a “prenderci gusto” e ad entrare nel merito delle soluzioni progettuali adottate. Cosa che, però, compete alla Conferenza di Servizi regionale. Al Comune, a questo punto dell’iter, spetta un unico compito: verificare se il dossier presentato sia completo a termini di legge (DPR 207/2010) e adempia agli obblighi previsti dalla delibera di pubblico interesse del 22 dicembre 2014. Un compito riassumibile in una specie di spunta della “lista della spesa”.
Invece, le incertezze e i tentennamenti della Giunta Raggi che, oramai, sul tema è passata dal “low profile” al “no profile“, hanno spinto i funzionari comunali a temporeggiare e ingannare il tempo, diciamo così, entrando nel merito, quasi si fosse già giunti in Conferenza di Servizi decisoria. E le relazioni prodotte fin qui, relazionano sì ma non decidono. In sostanza, da quanto si apprende, nessun ufficio si è voluto assumere la responsabilità di dire “no, il progetto è incompleto e non può andare in Regione“, né di dire “sì, per noi è a posto, mandatelo pure“.