
Il ct lo ha schierato esterno a centrocampo con compiti da difensore aggiunto in fase di non possesso vista l’inferiorità numerica dell’Italia. Un ruolo da tre e mezzo che Florenzi ha ricoperto spesso con Zeman e che potrebbe far comodo a Spalletti. Nella testa del tecnico, viste le assenze di Mario Rui (che ha cambiato maglia da 22 a 21) e De Rossi, c’è ancora il 4-2-3-1 con Paredes regista e Jesus terzino sinistro. A destra c’è Bruno Peres. Dove si mette quindi Florenzi? Se prendiamo per buone le parole di Spalletti di due mesi fa («Lo preferisco da alto a sinistra perché quando tira ha un piede importante. Da una parte mette, dall’altra incrina») prenderebbe il posto di uno tra El Shaarawy e Salah costringendo almeno un Faraone in panchina. Se non tutti e due nel caso venisse impiegato Dzeko. Altrimenti potrebbe tornare in auge l’idea del 4-2-4 senza il bosniaco e con un attacco light. Ipotesi che piacciono a Florenzi costretto a fare il capitano viste le vicissitudini di De Rossi e l’assenza tra i titolari di Totti. Nel frattempo Alessandro – che ieri ha svolto lavoro di scarico a Trigoria – si gode l’azzurro: «Quando giochiamo da guerrieri in pochi ci battono. Quando siamo rimasti in 10 è venuto fuori il carattere, il gruppo, l’Italia».