Questa la conferenza stampa di Eusebio Di Francesco alla viglia della partita di Champions League contro il Barcellona.
In sei giorni c’è il quarto di finale contro il Barcellona e il derby fondamentale per l’ingresso in Champions. Chi gioca domani può giocare anche domenica o ci saranno degli accorgimenti? “Questa partita contro il Barcellona va affrontata con i migliori ed è la partita più importante in questo momento. Dopo penseremo al derby. Questa è una partita in cui dobbiamo credere in qualcosa d’importante e affrontarla con grande amore e passione, perché portiamo dei colori che dobbiamo onorare, rispettare e dobbiamo dare il massimo. E domani è l’occasione per dimostrare di meritare e di voler fare qualcosa d’importante. Abbiamo conquistato qualcosa che nessuno si aspettava ma perché non crederci fino alla fine e sperare veramente di fare qualcosa di impensabile? Siamo sotto di tre gol e sarà un’impresa difficilissima ma noi ci dobbiamo provare, abbiamo il dovere di provarci e domani scenderà in campo la miglior formazione, poi penseremo al derby”.
La rimonta è possibile? Come fermerà Messi? “Devo rispondere che non ci crediamo? E’ normale che è difficile come impresa, lo sappiamo tutti, però è giusto crederci perché in Champions in casa siamo stati una squadra, magari fuori abbiamo concesso qualcosa in più e lo stesso Barcellona in casa è stato una squadra mentre fuoricasa ha fatto meno vedere la sua grande forza. Ci dobbiamo provare. E’ ovvio che dall’altra parte c’è un giocatore che tutti dicevano che non era in condizione e ha fatto subito tre gol domenica, per far capire, magari, che siamo stati anche bravi noi a togliergli la possibilità di lavorare bene tra le linee. Ed è quello che dobbiamo cercare di togliere anche in questa gara a Leo Messi, cercando di accorciarlo il più possibile durante la gara in qualsiasi posizione di campo si trovi”.
C’è qualcosa nella mentalità che secondo lei manca ancora? “Della città non parlo, perché se prima di Bologna pensiamo al Barcellona, prima del Barcellona pensiamo alla Lazio è la dimostrazione che quando si vanno a fare delle partite e facciamo delle figure, o perlomeno non riusciamo ad ottenere quello che vogliamo, si dice che l’abbiamo preparata male. La mentalità si deve costruire prima di tutto dentro casa nostra, lo ribadisco per l’ennesima volta, nel senso a Trigoria, e si deve dare continuità ad un pensiero, ad un’idea. E poi sento spesso parlare di mentalità vincente. Io credo che qui si sia vinto pochissimo, quindi la mentalità vincente non c’è mai stata o c’è stata poche volte in passato. Si crea col tempo, creando un senso di appartenenza, di identità, dare continuità al lavoro, cercare di non andare troppo dietro a quello che è l’ambiente in generale e questo è un sintomo di crescita, di intelligenza e di mentalità. Poi, di conseguenza, tutti gli altri ti possono venire dietro ma tu puoi trascinare la gente alla lunga non con le chiacchiere, che sto facendo io in questo momento, ma con i risultati, che in questo momento vengono meno o sono discontinui, ma che fondamentalmente lo sono un po’ sempre stati no? Non è che oggi, è una cosa che ci portiamo dietro ma tempo e che dobbiamo migliorare. Ma non dobbiamo dare peso o dare adito a scusanti a quello che è l’ambiente, le radio, i giornalisti. Io non ci credo a questo e non mi piace pensare a questo. Credo che dobbiamo pensare dentro casa nostra e cercare di migliorare prima dentro e poi magari trascinare tutto l’ambiente esterno”.
Le condizioni di Under e Perotti. Ci sarà spazio per Schick? “Potrebbe esserci si spazio per Schick per cercare di trovare la via del gol e cercare anche di mettere più uomini che hanno il senso del gol anche se Schick in questo campionato devo dire che ne ha fatti pochi ma ha nel DNA la possibilità di poterlo fare. Potrebbe essere della partita come potrebbe esserlo Under a seconda delle risposte che mi darà oggi nella rifinitura. Devo dire che sta molto meglio, ieri si è allenato con la squadra e oggi valuterò definitivamente le sue condizioni. Però Under sarà sicuramente tra i convocati se oggi dovesse essere tutto a posto. Perotti sicuramente non sarà convocato, con l’auspicio e la speranza anche se difficile di recuperarlo per il derby”.
Il Barcellona in casa riesce ad indurre l’avversario a commettere errori. Ha studiato qualcosa per costringere loro a commettere errori? “Credo che la qualità nelle squadre non sta in chi non sbaglia mai, ma in chi sbaglia meno. E loro hanno la capacità di sbagliare molto meno degli altri, perché hanno grande gestione della partita, della palla, della gara. Devo dire che in tante situazioni li abbiamo portati all’errore, specialmente nella loro metà campo dove non abbiamo approfittato magari sbagliando l’ultima giocata o l’ultimo passaggio. Questo è stato un nostro merito, poi c’è il demerito di non avere concretizzato al meglio quello che abbiamo creato. Noi i nostri errori li abbiamo pagati profumatamente perché con loro devi abbassare totalmente il margine di errore, ed è questa la preparazione della gara. Però per costringerli a sbagliare, più ce li portiamo di qua e meno sbagliano, perché hanno più capacità di palleggio e di aggirarti da una parte all’altra. E’ un po’ quello che ho detto all’andata, magari modificando qualcosa, però con il desidero di essere trascinati, con la volontà di andare a fare la partita, cercando di andare a fare male agli avversari, di non prendere gol prima di tutto, che è la cosa più importante per mantenere in bilico o mettere una partita nella direzione giusta. Magari ci potrebbe essere una decisione a nostro favore, che potrebbe essere sbagliata a nostro favore, anche se ultimamente non accade. Un pizzico di qualcosa in più ci vuole e in questa gara deve girare in questo modo per poterla indirizzare in una certa maniera”.
Si accontenterebbe di rivedere il tipo di prestazione dell’andata? Ha fatto vedere qualche grande rimonta del passato? “Più che far vedere altre imprese bisogna crederci noi e crederci dentro, all’interno del nostro gruppo. Basta fargli rivedere la partita col Chelsea in casa, che è finita in un certo modo, con un altro avversario ma con quel tipo di prestazione e convinzione. L’atteggiamento si, benissimo quella dell’andata però poi siamo mancati nei particolari che nel calcio fa la differenza. Questa è una squadra che non ha mai perso e nella legge dei grandi numeri può capitare che ne che dovrà perdere qualcuna e ci auguriamo che sia proprio questa. Giochiamo contro un’armata che osa tantissimo a campo aperto, che fa gli uno contro uno con grande forza, con grande mentalità. Però il Barcellona non è stato costruito oggi, il Barcellona è stato costruito in tantissimi anni. Da dietro nasce tutto questo, dagli allenatori ai calciatori. E la mentalità è stata creata negli anni, non con 5-6 mesi, per quello la forza del Barcellona è proprio nella mentalità”.